La Nike (in greco Νίκη – dea della vittoria) fu ritrovata a Samotracia, un’isola dell’Egeo, nel 1863 priva delle braccia e della testa (solo una mano venne ritrovata nel 1950).
L’opera venne scolpita a Rodi in epoca ellenistica e rappresentava forse un’offerta commemorativa al santuario dei Grandi Dei, i Cabiri, per una vittoria navale (un’ipotesi vuole che si tratti di quella ottenuta dai Rodi nel 190 a.C. nella battaglia di Side sulla flotta fenicia al servizio del re di Siria Antioco III). Vi è anche un’ipotesi per cui l’opera sia una copia di una scultura di epoca classica, con una datazione più alta, all’inizio del III secolo a.C.: tale datazione si concilia anche con le più antiche attestazioni dell’iconografia di Nike su prua, nella seconda metà del IV secolo a.C., su anfore panatenaiche e su alcuni conii di Alessandro Magno. La posa della statua riproduce inoltre fedelmente l’immagine monetale dei conii di Demetrio Poliorcete risalenti ai primissimi anni del III secolo a.C.
L’opera è collocata in punto cruciale del museo del Louvre a Parigi; essa si erge maestosa in cima allo scalone progettato da Hector Lefuel, che collega la Galerie d’Apollon e il Salon Carré.
La Statua della Madre Russia di Stalingrado è stata ispirata alla Nike di Samotracia.